La scelta del metodo di valorizzazione dei movimenti del magazzino è subordinata al tipo di attività che svolge l’azienda, ai dati e alle informazioni di cui necessita l’operatore, agli articoli che vengono trattati e ad altri fattori di questo tipo.
Scegliendo come criterio di valutazione il costo di acquisto esistono varie procedure operative che permettono di terminare il valore degli scarichi e delle rimanenze:
I. Il metodo del costo effettivo
Tale metodo può essere usato solo nel caso in cui sia possibile individuare il costo di acquisto o di magazzino delle scorte scaricate, di conseguenza, nelle aziende mercantili sarà quello delle merci, nelle aziende industriali sarà quello dello scarico dei materiali.
In parole povere, se si acquisto un lotto di un determinato tipo di materiale, da impiegare in una certa lavorazione, si può usare, per gli scarichi alla lavorazione, il costo effettivo essendo materiali ben individuati e acquistati a un unico prezzo.
Il problema sorge nelle aziende industriali in cui il costo effettivo è difficile da individuare poiché, trattandosi di un costo di produzione o costo industriale, rappresenta la risultante di un insieme di costi, la cui determinazione non di facile soluzione.
Nei casi in cui la determinazione del costo effettivo risulta essere troppo laborioso e di difficile applicazione si ricorre ad altri metodi di valorizzazione delle merci.
II. Il metodo del costo medio
Il metodo del costo medio è uno dei più usati, in questo caso gli scarichi vengono effettuati al valore medio delle varie partite acquistate, soprattutto quando non è possibile determinare il costo effettivo perché: i beni sono alla rinfusa o comunque non facilmente distinguibili nel magazzino e/o le varie partite sono state acquistate a prezzi diversi.
Nel metodo del costo medio è necessario aggiornare il costo medio ad ogni nuovo scarico, aggiungendo alla quantità in rimanenza (valutata con il vecchio costo medio) quella acquistata (valutata al nuovo prezzo).
Il vantaggio di questo metodo è di poter disporre di un valore medio costantemente aggiornato; mentre lo svantaggio è quello di dover ricalcolare il costo medio ad ogni acquisto, la tecnologia, però, può venire in aiuto con procedure automatizzate che ricalcolino il costo medio automaticamente ad ogni partita in entrata.
III. Il metodo FIFO (first in, first out)
Il metodo FIFO (first in first out) deriva dall’inglese e significa che i primi prodotti a entrare nel magazzino sono considerati contabilmente anche i primi ad uscire.
Secondo la logica di questo metodo gli scarichi avvengono considerando le scorte più vecchie quelle entrate per prime, di conseguenza:
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gli scarichi avvengono ai costi più vecchi in ordine cronologico (ed in genere a costi più bassi);
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le rimanenze si valutano ai costi più recenti (e, quindi, in genere a costi più alti).
Le ripercussioni sulla contabilità generale e sui costi derivanti dall’uso del metodo FIFO sono:
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costi di produzione più bassi (rispetto ad altri metodi), infatti, gli scarichi del magazzino dei materiali (output) passati in lavorazione, considerati a valori più vecchi e quindi più bassi, provocano una contabilizzazione più bassa dei costi di produzione;
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rimanenze finali valutate a valori più alti.
L’effetto positivo del metodo FIFO si ha sia sul risultato economico dell’esercizio (più elevato rispetto all’uso di altri procedimenti di valutazione) che sulle entità del patrimonio.
IV. Il metodo LIFO(last in first out)
Il metodo LIFO (last in first out) deriva dalla lingua inglese e significa che gli ultimi prodotti entrati in magazzino (last in), sono considerati contabilmente i primi ad essere scaricati (first out).
Questo è uno dei metodi più usati perché può essere adottato vantaggiosamente dalle aziende anche dal punto di vista civilistico e fiscale.
Nel metodo LIFO gli scarichi avvengono in modo inverso rispetto al FIFO, infatti:
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gli scarichi vengono contabilizzati ai costi più recenti (e quindi generalmente più alti),
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le rimanenze vengono valutate a costi più vecchi (e quindi più bassi).
A livello di contabilità generale le ripercussioni saranno:
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costi di produzione più elevati perché gli scarichi dal magazzino dei materiali (passati in lavorazione) vengono contabilizzati ai costi più recenti e quindi più alti;
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rimanenze valutate a valori più bassi.
Se si confrontano il metodo LIFO e il FIFO si mette in evidenza come l’uso dell’uno o dell’altro porti a risultati diversi, soprattutto, in periodi di prezzi crescenti può influenzare il risultato economico e il patrimonio netto in modo anche rilevante; infatti:
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con il metodo FIFO le rimanenze vengono contabilizzate a valori più recenti, quindi, più elevati, e si ha:
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un risultato di esercizio più elevato rispetto al LIFO perché le rimanenze finali hanno una funzione di rettifica dei costi di acquisto;
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un patrimonio netto più elevato, per la presenza, tra le attività di rimanenze a valori più alti;
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con il metodo LIFO poiché le rimanenze finali sono contabilizzate a valori più vecchi e, quindi più bassi, si ha un’influenza perfettamente opposta rispetto al FIFO:
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risultato economico d’esercizio più contenuto;
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patrimonio netto più basso, per la presenza tra le attività di rimanenze a valori più contenuti.
V. Il metodo del costo standard
Il costo standard è un valore predeterminato, in sede di programmazione sulla base dei:
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costi medi sostenuti (storici)
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previsioni di mercato
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condizioni di produzione dell’azienda, attuali e prospettiche
Il metodo del costo standard è usato in modo particolare nella contabilità analitica di qualsiasi tipo di azienda, tale metodo viene usato sia per praticità sia per i collegamenti fra contabilità di magazzino, contabilità analitica e contabilità generale.
La praticità del metodo del costo standard risiede nel fatto che non bisogna aggiornare in modo continuo i valori di scarico, lasciando lo standard immutato fino a quando non si verificano variazioni sensibili sui valori previsti.
La realizzazione dei collegamenti fra i diversi tipi di contabilità è data dal fatto che lo standard è un punto di riferimento per verificare gli scostamenti tra quanto previsto e quanto si realizza in pratica.
Il metodo del costo standard non può essere usato, per quanto riguarda i fini civilistici e fiscali, per valorizzare le rimanenze di fine periodo; di conseguenza viene applicato soprattutto per motivi di controllo dell’efficienza e,quindi, spesso viene affiancato da altri metodi.
VI. Il metodo del valore di realizzazione
Il criterio di valutazione viene usato in alternativa al costo di acquisto o di produzione, rappresenta: il valore di realizzazione (o prezzo di realizzo) desumibile dall’andamento di mercato.
Tale metodo viene applicato nei momenti in cui il mercato è attraversato da turbolenze sui prezzi di elevata entità, in questo modo si cerca di permettere una certa corrispondenza tra costi di produzione e ricavi di vendita.
Questo metodo viene preso in considerazione come parametro di riferimento per la valutazione delle rimanenze e assunto, come previsto dal cod. civ. e dal fisco, nel caso questo valore sia inferiore al costo di acquisto o di produzione.
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